domenica a Venezia

Quest'anno la primavera , qui al nord, ci ha regalato un tempo novembrino e molti dei nostri programmi sono saltati.
Così ci siamo dovuti reinventare con le famose gite fuoriporta , per fortuna l'Italia è piena di posti meravigliosi e si ha solo l'imbarazzo della scelta.
Svegliati presto , con bimbi piccoli non si riesce mai a dormire molto , abbiamo visto che il sole faceva capolino e bevendo l'immancabile caffè abbiamo deciso di andare a fare un giro in treno.
Le destinazioni possibili erano due : Trieste o Venezia.
Sapendo che a Trieste c'era una manifestazione di tipo culinario e sperando, invano, di trovare meno confusione a Venezia abbiamo optato per quest'ultima.
La scusa era quella di far provare il treno alla bimba che  non vi aveva mai viaggiato o almeno non in età per ricordare e portarla a visitare una delle città più affascinanti che ci siano.
Alla fatidica domanda "Dove andiamo?" posta da chi non ha mai visto Venezia non è facile rispondere, soprattutto se si ha a che fare con bambini che credono ancora alla magia.
E proprio una città magica deve essere apparsa a mia figlia.
Strade fatte d'acqua , strane barche nere con un nome che assomiglia a quello di un mollusco... tanti ponti e tante scale , visi dipinti appesi ovunque che ti fissano con le espressioni più assurde.
Ma torniamo alla giornata, preparata velocemente la famiglia, infilate in borsa due banane, una bottiglietta d'acqua, salviettine e un maglioncino per eventuale cambio temperatura, con una spalla provata dal peso ci siamo recati alla stazione.
Il treno con il suo rollio ti porta una certa sonnolenza, ma dopo la stazione di Mestre, direzione Venezia improvvisamente ci si risveglia, lo sguardo fisso fuori dal finestrino , l'acqua intorno che dolcemente ti accompagna alle porte della città.
I binari finiscono , Stazione , Gradinata e Lei , Venezia, con le sue acque, le sue calle , i suoi palazzi , le sue gondole , con l' aria lagunare e i suoi immancabili turisti, tanti , tantissimi, orde di turisti, ovunque.
Le cose sono due, arrivi senza problemi in piazza San Marco , basta seguire il gregge, e se dovessi avere un mancamento per il caldo e la sete, qualcuno che ti sorregge lo trovi.
Per una domenica decisa all'ultimo la gita a Venezia significa arrivare, fare una passeggiata, mangiare, arrivare al traghetto, quello che fa il giro più lungo e panoramico e ritornare alla stazione per prendere il treno.
Il tutto con macchina fotografica rigorosamente in mano e fotografare, angoli, palazzi e ricordi.
Se aggiungiamo il fatto che a Venezia erano anni che non ci si andava, ma il ricordo di quel ristorantino di cucina tipica continua a tormentarti viene da sè che la passeggiata , fatta eccezione per le fotografie di rito, è incentrata sulla ricerca del ristorante.
Dopo circa di una mezz'ora di giri a vuoto, dove ogni calla sembra uguale all'altra, dove la destra è la sinistra si confondono al pensiero di " ... arrivavamo da là o da qua? ..." finalmente l'illuminazione, google, con una frenetica e approssimativa ricerca inserendo nomi storpiati di ristoranti, si arriva, finalmente al nome e all'indirizzo, con il navigatore in men che non si dica ( ho sempre sognato di scriverlo ) ci ritroviamo davanti al ristorante in tempo per trovare un tavolo, piccolo e sulla porta, ma pronto ad ospitarci per il nostro lauto pasto.
Poco dopo si riempie anche di gondolieri, in pausa da turisti e pose fotografiche , che si ristorano  in una calda atmosfera familiare .
Finalmente e come non succedeva da molto, ci siamo goduti il pranzo con calma, gustando ogni boccone, chiaccherando e sognando già la prossima avventura.
Ma , si sa , tutte le cose prima o poi finiscono così anche il nostro pranzo.
Ancora una piccola e lenta passeggiata, voglio vedere voi correre subito dopo mangiato, poi un gelato alla bimba e un caffè per noi.
E fila per prendere il traghetto, di quelli che fanno il giro più lungo , di quelli che ti permettono di vedere Venezia dalla laguna, che i ponti te li fa vedere da sotto e che ti porta, cullandoti, alla stazione , sì perchè , anche se sarebbe bello vedere le splendide isole che l' hanno resa famosa , non c'è più tempo.
E così , a malincuore, ci ritroviamo a salire la gradinata che ci aveva presentato la città, entrare in stazione, attraversarla e raggiungere il nostro binario, e ancora una volta stringerci tra i molti turisti che , come noi , hanno avuto la meravigliosa idea di andare a Venezia per trascorrere una splendida domenica con la propria famiglia, i propri amici .
Stanchi , ma felici, con i treni sempre in orario siamo rientrati a casa.
Gli occhi di mia figlia non hanno mai smesso di brillare per tutta la durata del viaggio per poi crollare esausti alla sera sul divano di casa, lasciando al posto al sorriso stampato su un viso addormentato.


 Qui ho inserito alcune foto, nessuna " di famiglia" quelli sono ricordi personali, ma credo che questo non tolga niente alla magia di questa città.






























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