si fa presto a dire bullismo
Ormai se ne parla in ogni dove, forse troppo o in modo troppo generico. come sempre quando si comincia a parlare di qualcosa ,qualsiasi essa sia , l'eco che si diffonde amplifica e generalizza.
Non mi interessa parlare da opinionista, fare la morale o l' indignata, perchè il bullismo è vecchio come il mondo è sempre esistito, fa parte della realtà sociale e lo si può subire a tutte le età.
Sono fermamente convinta che per uscirne bisogna lavorare molto sulla personalità, sull' introspezione e sulla lucida presa di coscienza del proprio sé.
Anche io , come il 90% della popolazione mondiale ho subito forme di bullismo, non fisico, non sono mai stata esile e mi sono sempre saputa difendere, ma psicologico, subdolo.
Per superarlo ho dovuto lavorare molto su me stessa, sulla mia percezione del mondo e ancora oggi non smetto di lavorare su me stessa.
Facciamo un passo indietro.
Ho convissuto con il bullismo fin dall'infanzia, pressione da parte dei coetanei perché fin da piccola ero diversa, diversa nel mio modo di vedere il mondo, nel mio modo di percepirlo.Con un grande mondo interiore che spesso cercavo di esternare, ma senza successo. Ricordo i coetanei che mi accusavano di parlare in modo troppo difficile , e gli adulti , perchè spesso i bulli sono loro, che mi accusavano di essere una bambina difficile. In questa fase della mia vita, in cui ero molto piccola ricordo la forza che mi dava l'abbracciare la mia nonnona, affondare il volto nel suo grembo e sentirmi al sicuro.Mia nonna, donna semplice e verace, di quelle donne con una luce negli occhi che ti taglia l'anima. ma anche la magia più forte crescendo svanisce e arriviamo presto in una fase di vita difficile per tutti, quella dell'adolescenza, quella dove devi fare i conti con l'essere grande, ma non ancora con le spalle sufficientemente grandi.In questa fase, chi ha una sensibilità diversa viene attaccata dai coetanei che non hanno la capacità di comprenderla e dagli adulti che non hanno il tempo o la voglia di comprenderla. Per quanto riguarda la scuola ricordo che dopo un approccio difficile il primo anno di superiori dove una timidezza viene percepita, dagli insegnanti, come non voglia o incapacità mi ero chiusa a tal punto da non riuscire più ad affrontare il pubblico, non parlavo in pubblico, scrivevo, ma a domanda non rispondevo, il mio cervello si spegneva e basta.
Senza prolungarmi troppo ricordo che , una volta incasellata come la persona che non parlava, non mi era più concessa la parola. Il fatto che il silenzio non corrispondesse a incapacità spesso destabilizzava coetanei insegnanti e parenti creando una rete involontaria ma efficace di blocco.
E dov'è il bullismo? Ci sto arrivando. All'apparenza non c'erano forme di bullismo, perchè il disagio era mio, ma nella realtà dei fatti il non esternare creava la convenzione che ci fosse anche una corrispondenza nel non sentire.
Arrivata all'età adulta e lavorando molto sulla mia persona sono riuscita in qualche modo a sviluppare una forma di adattamento con quello che è il mondo che mi circonda, ma non sono riuscita a cambiare la mia visione di esso e ancora oggi sono quella che vede le cose in modo diverso.
Per qualcuno, e anche per me, questo è una ricchezza, perchè vedere le cose da diverse prospettive ti premette di trovare soluzioni alternative, ma per altri significa essere una persona difficile , ingestibile.
Per semplificare in modo estremo se dividessimo la popolazione in simpatici e antipatici io farei parte degli antipatici.
Per antipatici intendo quelle personalità spinose che tendono a dire le cose , anche in modo brusco, non provano senso di colpa per aver detto quello che pensano , anche se questo può risultare antipatico o spiacevole, non temono di esporsi e sono convinte della strada intrapresa.
E quelli simpatici chi sono? Le persone con cui è facile vivere, quelle che si vantano di non aver mai litigato con un amico, si vantano di andare d'accordo con tutti e che evitano i conflitti.
Più o meno il mondo è diviso così, ma è un altro argomento.
Perché ho deciso di scrivere queste confuse parole sulla mia vita e su quello che io intendo per bullismo?
Per due semplici motivi:
Primo. Perché potrebbe essere utile a qualcuno che si trova o che ha il figlio che si trova in una situazione simile
Due. Perché quando consigli qualche amico e ti senti chiedere dove trovi tutta quella saggezza, ecco, leggiti un po' qui, dall'esperienza e da una visione diversa della vita.
Lo so non sarà il bullismo classico, anche se esisteva ai miei tempi nella vita infantile e adolescenziale ed esiste e persiste nella vita adulta, ma forse è un bullismo più sottile che si nasconde spesso in finta comprensione( adulto verso minore) , in esclusione o in sufficienza. Non ho voluto essere troppo dettagliata nel racconto sia per non annoiare sia per rendere il quadro più facilmente applicabile alle esperienze di ognuno di noi.
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